Come diseredare i propri figli
Avv. Giovanni Turina – patrimonialista
(denaro, eredità, famiglia, società)
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Avv. Giovanni Turina, civilista: denaro, eredità, immobili, famiglia e società.
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In Italia esiste qualcosa che non cambia da qualche millennio: un figlio non può essere diseredato. Diseredare i figli non è possibile, ma ci sono dei metodi per dargli il meno che si può.
I figli sono eredi legittimari ossia ereditano sempre, senza eccezione. Il codice civile lo dice chiaramente:
Art. 536: “1. Le persone a favore delle quali la legge riserva una quota di eredità o altri diritti nella successione sono: il coniuge, i figli, gli ascendenti.
2. Ai figli sono equiparati gli adottivi.
3. A favore dei discendenti dei figli , i quali vengono alla successione in luogo di questi, la legge riserva gli stessi diritti che sono riservati ai figli.“
Quindi le persone che ereditano per forza, e che dunque non possono essere diseredate, sono i figli (adottivi e non), il coniuge, gli ascendenti (genitori e nonni), i nipoti se i figli sono morti prima del defunto.
Tizio ha un figlio, Primo, che muore prima di lui: il figlio di Primo, che chiamiamo Primino, è come se fosse il padre (Primo), e non può essere diseredato dal nonno Tizio.
Quanto deve per forza ereditare un figlio?
Il figlio eredita una quota dell’eredità, e questa quota è predeterminata dalla legge.
Pensa all’eredità come una torta: c’è una fetta che deve andare per forza agli eredi legittimari (coniuge, figli, ascendenti), e c’è una fetta che può essere data a chiunque. La fetta che può essere data a chiunque (cioè anche ad un erede legittimario) è chiamata “quota disponibile”.
In buona sostanza, anche se un genitore fa testamento, in ogni caso i figli ereditano queste quote:
Solo il coniuge: 1/2 al coniuge come quota di legittima e 1/2 come quota disponibile.
Il coniuge ed un figlio: 1/3 al coniuge come quota di legittima, 1/3 al figlio come quota di legittima e 1/3 come quota disponibile.
Il coniuge e due o più figli: 1/4 al coniuge come quota di legittima, 2/4 ai figli come quota di legittima e 1/4 come quota disponibile.
Solo il figlio (senza coniuge): 1/2 al figlio come quota di legittima e 1/2 come quota disponibile.
Solo due o più figli (senza coniuge): 2/3 ai figli come quota di legittima e 1/3 come quota disponibile.
Hai così capito che la fetta che per forza deve andare ad un figlio, oppure ai figli in generale, dipende da diversi fattori.
Hai anche capito che è vero che gli ascendenti (genitori e/o nonni) ereditano per forza, ma questo solo se non ci sono figli. Se Tizio muore con figli, il padre non eredita nulla. Se non ha figli, il padre eredita per forza.
Quindi è impossibile diseredare un figlio?
Dipende da tanti fattori.
Se, per esempio, lasci un’eredità senza attivo, allora non ci sarà nulla da ereditare: il problema è così risolto alla base.
Ma poniamo il caso che non vuoi lasciare il tuo patrimonio a zero, al momento della tua morte (perché vuoi essere tranquillo di avere giustamente da parte fino all’ultimo di quello che hai messo via in tutti questi anni): ci sono degli strumenti che non annullano il problema, ma lo riducono.
Alcune persone scrivono un testamento dove il figlio viene diseredato anche se sanno che questo è impugnabile: lo scopo è prendere tempo, e mettere l’erede pretermesso (così si chiama il figlio diseredato) davanti al rischio di una causa lunga e costosa, senza sapere il patrimonio da cosa è costituito.
Altre persone fanno donazioni ai figli in vita, ma non sanno (o dimenticano) che le donazioni sono di fatto un anticipo dell’eredità: se in vita Tizio dona € 100.000 al figlio Caio, ecco che Caio alla morte di Tizio dovrà mettere nella sua fetta i soldi già ricevuti in donazione.
Altre persone liquidano polizze vita o intestano polizze vita alle persone che vogliono beneficiare. Occorre ricordare però che la giurisprudenza della Corte di Cassazione ha stabilito che i premi assicurativi pagati alle assicurazioni, nelle polizze, sono da considerarsi come una donazione indiretta. Tizio fa una polizza con beneficiario il figlio Caio per € 100.000 così che da lì a 20 anni chi è ancora vivo prenda € 120.000 garantiti. I 100.000 euro che Tizio dà alla banca per l’assicurazione sono considerati una donazione indiretta in favore del beneficiario ultimo: nel nostro caso, Caio.
Altre persone costituiscono un trust ma questo strumento, oltre a non essere ancora pienamente integrato nel nostro sistema (è uno strumento legale che viene dal diritto inglese) comunque non può servire a superare il “problema” degli eredi legittimari. Molti imprenditori costituiscono trust ma non lo fanno per escludere un figlio, ma per altre ragioni (fiscali, di mantenimento del controllo delle società, etc).
Alcuni firmano contratti con i figli in vita così che alla loro morte non ci sono donazioni, ma semplici rapporti di debito e credito. Se da un lato questi contratti possono essere impugnati dall’erede pretermesso (perché ad esempio simulati), comunque possono essere uno strumento idoneo a portare avanti l’interesse del genitore che vuole diseredare un figlio.
Occorre però fare attenzione: un contratto deve essere sempre valido e non impugnabile. Scrivere un contratto di mutuo (prestito) tra genitori e figli, e magari solo allo scopo di simulare un credito del figlio prediletto, non è tecnicamente semplice. Molte volte ho visto situazioni “fai da te” dove quello che avrebbe potuto essere un caso semplicissimo è diventato un incubo giuridico.
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