Amministratore di sostegno per anziani: informazioni essenziali

Avv. Giovanni Turina – patrimonialista
(denaro, eredità, famiglia, società)
tel. 045/5118311 vittoria@turina.net

Avv. Giovanni Turina, civilista: denaro, eredità, immobili, famiglia e società.
Ricevo a Verona ed online.
045/5118311 – vittoria@turina.it

Qui parleremo di:

Molti anziani hanno un patrimonio, ma non ne sono proprietari.

Spesso i figli oppure i parenti riducono al minimo le spese, anche contro la volontà del proprietario di tutti quei soldi, ovviamente perché così ce ne sarà di più per loro.

Altre volte capita che i figli abbiano idee diverse: troviamo una badante, oppure lo portiamo in una RSA (“ospizio”)?

Chiunque tu sia, qui troverai consigli e la mia esperienza. Iniziamo!

L’anzianità è un problema

La mia defunta zia diceva sempre che più di anziani non si diventa, ed è morta a 92 anni ancora in gamba.

Molti altri non sono così fortunati, eppure hanno un patrimonio che potrebbe dargli tutta l’assistenza e la serenità di questo mondo. Questo perché non hanno figli, oppure hanno figli che sarebbe meglio non avere, oppure -ancora- perché questi figli litigano tra di loro.

Più passa il tempo e meno una persona ha capacità di agire, nel senso che meno si è autonomi e più si dipende dagli altri. Dipendenza = perdere la capacità di prendere decisioni e metterle in pratica.

Queste situazioni diventano dolorose per chi ha fatto grossi sacrifici nella vita ed ha risparmiato proprio per godersi gli ultimi anni senza troppi pensieri, oltre agli acciacchi dell’età.


L’amministratore di sostegno

In Italia da un po’ di anni esiste la figura dell’amministratore di sostegno, che spesso si pensa esistente solo per chi ha ridotte capacità di intendere e volere, oppure ha grosse difficoltà nella vita quotidiana.

In genere, hanno l’a.d.s. i soggetti disabili per qualche ragione, o che hanno una qualche menomazione.

Ma pochi pensano al fatto che l’amministratore di sostegno può essere utile, se non fondamentale, per chi è lucido (capace di intendere e volere al 100%) ma necessita di assistenza e della garanzia che il suo patrimonio sia verificato al centesimo.

Vedi, l’a.d.s. è un soggetto (un parente oppure un avvocato) che assume un ruolo davvero importante: è, in pratica, chi gestirà il patrimonio di un altro soggetto, sotto il controllo del giudice tutelare.

L’ufficio di a.d.s. è gratuito, anche se gli viene riconosciuto un’indennità oltre al rimborso spese, che varia a seconda del patrimonio dell’amministrato, e che viene regolato secondo dei criteri che ogni tribunale ha.

Ma perché è utile pensare all’amministratore di sostegno?


L’utilità dell’amministratore di sostegno

L’amministratore di sostegno viene nominato con decreto del giudice tutelare. Il beneficiario (nel nostro caso, l’anziano), mantiene la capacità di agire tranne per quanto viene indicato nel decreto.

In genere l’anziano perde la capacità di gestire il denaro, quindi non sarà più in grado di firmare contratti (sopra una certa cifra), gli adempimenti tipo dichiarazione dei redditi gliela farà l’a.d.s., il conto corrente verrà intestato all’amministratore di sostegno.

L’amministratore di sostegno deve rendere il conto: all’amministrato, al giudice tutelare, ed in futuro agli eredi dell’amministrato.

È vero, ci sono state brutte storie dove qualche a.d.s. si è intascato il denaro dei propri amministrati, ma dalla mia esperienza chi fa l’amministratore di sostegno o è un avvocato, oppure viene assistito da un avvocato. Ad esempio una figlia viene nominata a.d.s, ma per gli adempimenti pratici in genere poi ella si affiderà ad un avvocato, perché la burocrazia può essere un ostacolo.

E poi, se l’amministrato è lucido, è perfettamente in grado, se vuole, di affidarsi ad un proprio avvocato, se vede che qualcosa non va.


L’a.d.s. per gli anziani autosufficienti

Ipotizziamo che tu abbia una certa età, sei in gamba (nel senso che sei perfettamente lucido/a) ma non ti fidi molto dei parenti intorno a te. Oppure, non ci sono parenti intorno a te, e devi gestire la burocrazia così come la ricerca di una persona che ti aiuti con le faccende di casa, e simili. Trovare una badante, una donna delle pulizie, una casa di riposo.. cose così.

La nomina di un amministratore di sostegno è ottima, perché:

– ti garantisce un controllo del tribunale, che ogni anno verifica gli estratti conto, e riceve dall’a.d.s. l’elenco delle entrate e uscite

– la gestione viene fatta nel tuo interesse, perché l’a.d.s. non ha interesse a risparmiare sul tuo stesso denaro, ma deve fare in modo di garantirti -con quello che hai- il miglior stile di vita possibile

– i parenti non possono metterci il naso, nel senso che se chiedono l’estratto conto corrente della tua banca, l’a.d.s. non può darglielo.


L’amministratore di sostegno quando i figli litigano

L’altro caso tipico di nomina di a.d.s. è quando i figli litigano tra di loro, o magari sono distanti dall’anziano genitore.

Ad esempio, se la primogenita vuole avere il genitore in casa (magari per gestire anche il suo conto corrente) mentre la seconda ritiene che sia meglio trovare un qualcuno che aiuto il papà o la mamma in casa e, soprattutto, in regola, diventa un bel problema. L’anziano infatti non saprà che cose scegliere, o se sa che cosa vuole in pratica avrà difficoltà a dare il proprio punto di vista: sono tutti suoi figli allo stesso modo.

La soluzione migliore in questi casi è la nomina di un amministratore di sostegno, che non sia un parente.

Scegliere un parente, nonostante i controlli del giudice tutelare, crea un certo malumore negli altri familiari, perché diventeranno (dalla mia esperienza) ancora più sospettosi.

La scelta di un amministratore di sostegno esterno alla famiglia, in questi casi, è proprio una decisione del giudice tutelare.

Una scelta prudente, nell’interesse della persona.


Cosa fare

Vai da un avvocato e spiegagli il tuo caso: sia che tu sia l’anziano, che un figlio o altro parente.

L’avvocato scrive il ricorso, che verrà poi notificato a tutti i parenti fino al quarto grado (ossia fino ai nipoti) ed agli affini di secondo grado (parenti più stretti del coniuge).

Tutti questi soggetti possono essere ascoltati dal Giudice Tutelare che sentirà ovviamente anche l’amministrando (l’anziano, nel nostro caso).

Per legge il giudice deve dare priorità ai parenti più vicini, ma se ci sono dissapori tra loro (e se l’amministrato così chiede) viene nominato un avvocato, scelto da un elenco speciale.

Sono Colleghi perfettamente in grado di eseguire il loro ruolo, che riceveranno un indennizzo annuale (molto basso, in verità, rispetto al lavoro che in concreto fanno), ma che garantiscono l’efficenza e l’assenza di ogni decisione in danno dell’amministrato.

Posso solo che parlare bene dei Colleghi che ho visto svolgere questo ruolo.

Una volta nominato l’a.d.s., questo prende il proprio ufficio: il conto corrente viene intestato a lui nella sua qualità (l’amministrato ha facoltà ovviamente di avere il rendiconto) e ogni anno deve depositare davanti al Giudice Tutelare:

– che cosa è accaduto durante l’anno

– quale era il patrimonio all’inizio dell’anno e alla fine

– quali soldi sono entrati e quali sono usciti

In pratica, una gestione precisa al centesimo, perché una cattiva gestione può portare conseguenze di natura civile ed anche penale.


In sintesi

Ecco un riepilogo dei passaggi principali di quello che ci siamo detti:

  1. L’amministratore di sostegno è una figura davvero utile per chi non può o non vuole gestire il proprio patrimonio
  2. è essenziale se si vuole evitare che i parenti gestiscano il tuo patrimonio anche contro la tua volontà
  3. c’è un procedimento burocratico davanti al giudice tutelare, dove l’assistenza di un avvocato è in pratica fondamentale. Verranno sentiti, se vogliono, tutti i parenti più vicini
  4. una volta nominato, l’a.d.s. gestisce il patrimonio sotto il controllo del giudice tutelare, rendendo il conto, e sopportando ogni eventuale responsabilità civile o penale.

Lo studio legale Turina si occupa anche di amministrazione di sostegno.

Avvocato patrimonialista.
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